2009 Salvador da Bahia a C Town
Un viaggio ripetuto? E’ stato Il secondo tentativo di raggiungere le isole Kerguelen situate nel profondo sud dell'oceano indiano. Il secondo viaggio non portato a buon termine per problemi tecnici!
Ma andiamo per gradi:
19 ottobre 2009
Partenza da Salvador con un bel vento da nord-est. Prima destinazione è Trindade, arcipelago a circa 750 miglia a sud-est di Salvador de Bahia e non da scambiare con l'isola di Trinidad situata nei Caraibi.
25 ottobre 2009
Giungo a Trindade dove non posso ormeggiare, è proibito ancorarsi perché sull'isola si trova una base militare brasiliana. In ogni caso nessuno mi ha impedito di fotografare e filmare l'isola dove anni fa sono passati navigatori famosi come per esempio Bernard Moitessier e Wilfried Erdmann. Come ho detto, qualche bordo, un breve avvicinamento verso la rada dove fu costruita la stazione brasiliana, cambio di prua e già mi dirigo verso sud sud est
1 novembre 2009
Sono felice, tutto va bene e il vento non manca quando alle ore 18 si spegne e si riaccende il radar. Non capisco e dopo 20 min lo ripete. Sono proprio confuso e incerto perché senza radar non mi sento sicuro. Non ho nessuno che rimane di guardia mentre io riposo.
Sono in posizione:
31° sud
23° ovest
e mi trovo a circa 1500 miglia ad est di Buenos Aires.
Non ritengo che sia possibile fare sistemare il radar in Brasile, e pertanto ho la scelta di mettere la prua verso ovest, oppure verso est per raggiungere Città del Capo. Prendere una decisione non è facile, e metto la prua verso l'Argentina, verso il Mar del Plata.
2 novembre 2009.
Dopo quasi 24 h, una notte piena di dubbi ma di navigazione tranquilla, il radar non ha più dato segni di non voler funzionare. Cambio di nuovo la prua e mi dirigo verso est. Dal mio piano originario ho cancellato le Kerguelen e ritengo che sia più prudente raggiungere il sud Africa lungo la rotta dei 40 ruggenti, poco battuta dal traffico commerciale, e distante in questo momento circa 2300 miglia.
Seguono giorni sereni, meravigliosi, sole e pioggia si alternano. Il vento che incontro è quello tipico delle alte latitudini. I fronti passano uno dopo l'altro regalandomi venti tra i 20 e 40 kt. Iniziano mentre il fronte e in fase d’avvicinamento da nord, girando appena il fronte passa, prima a nord ovest, poi a ovest, sud ovest. A questo punto si calmano leggermente, il mare rimane confuso, e appena si ripresenta il fronte successivo, torna il vento da nord. Questo ciclo si ripete da due a tre volte la settimana.
In queste condizioni e mantenendo una certa cautela, il marinaio non si affatica troppo, è sufficiente accontentarsi e proseguire con calma e perizia. Le onde raramente superano i cinque o sei metri, cullando lo skipper nel giusto sonno.
Albatro e procellarie girano giorno dopo giorno intorno alla barca, seguono il loro ritmo di vita e affascinano gli osservatori.
24 novembre 2009
Il Capo, quello di Buona Speranza mi ha ancora fatto vedere perché è degno del suo nome. Negli ultimi giorni mi ha regalato un bel forza sette - otto da sud est che naturalmente ha rallentato la mia corsa verso la terraferma. In ogni modo, oggi sono in vista della terra e ho potuto approdare a Hout Bay dopo 35 giorni di mare e 3850 miglia percorse. Mi sento un po'in colpa, perchè dal giorno che il radar ha fatto i suoi capricci, ha sempre funzionato. Non so se ho fatto bene o male a rinunciare all'oceano indiano, ma senza essere sicuro del perfetto funzionamento, non potevo affrontare le nebbie e i ghiacci galleggianti che s'incontrano intorno alle Kerguelen, situate a circa 50° sud.
Anche così è stato un bel viaggio, e quando il viaggio stesso diventa la meta, non è più importante arrivare in un posto oppure in un altro. Qualsiasi approdo va sempre bene.